BETA.IMMUN Integratore alimentare a base di Betaglucano, Lattoferrina, Zinco, Manganese Selenio e Lisina con acido folico e Vitamina B12, utile nelle carenze di uno o più componenti presenti nell’integratore. Costituisce un aiuto per bambini e adulti nell’aumentare le difese immunitarie all’occorrenza. E’ un prodotto utile ed efficace in tutte le condizioni di riduzione delle difese immunitarie o per rinforzare le difese organiche.
Le condizioni descritte comportano spesso la comparsa di:
- Infezioni virali: influenza - herpes - verruche - malattie esantematiche...
- Infezioni batteriche: ascessi - catarro - foruncoli ...
- Infezioni fungine: candidosi (vaginali) - fungo di mare - onicomicosi...
zinco
Lo zinco è un oligoelemento presente nelle carni, nel pesce, nei frutti di mare, nei cereali e nelle verdure, ma generalmente in piccole quantità.
È uno dei componenti di moltissimi enzimi, e per questo svolge un ruolo importante in numerosi meccanismi metabolici.Interviene nella sintesi degli acidi nucleici, portatori dei fattori ereditari, nella sintesi delle proteine, nella trasmissione delle informazioni genetiche e nello sviluppo delle cellule.
È indispensabile al funzionamento del sistema immunitario, dell’apparato genitale e riproduttivo. È importante anche per mantenere una buona vista, per regolare l’insulina e per prevenire i tumori. Buoni risultati sono stati ottenuti nel morbo di Alzheimer.
È un antiossidante indiretto, in quanto è uno dei componenti del superossido dismutasi, l’enzima di cui abbiamo già parlato e che interviene nella difesa antiradicali dell’organismo, in particolare a livello delle membrane cellulari.
Le dosi molto basse che troviamo attualmente nei cibi, il consumo eccessivo di alcol e grassi, le affezioni epatiche e il diabete non fanno che favorire il deficit di questo oligoelemento.
Oggi è quindi obbligatorio aggiungere zinco alla nostra alimentazione quotidiana, altrimenti possono insorgere:
stanchezza,
fragilità dei capelli e delle unghie,
diminuzione delle facoltà mentali, dell’olfatto, del gusto e della vista,
inappetenza,
sensibilità alle infezioni,
sterilità.
I soggetti più colpiti sono gli anziani, le donne in gravidanza e in allattamento, le donne che assumono la pillola, i bambini e gli adolescenti.
Lo zinco riduce l’assimilazione del ferro, del rame e del calcio.
CONSIGLI PER L’USO
Nella prevenzione: 15 mg al giorno.
Nel trattamento: fino a 80 mg al giorno.
Attenzione: associare sempre rame, ferro e calcio.
SELENIO
•
È presente nelle carni, nel pesce e nei cereali. Il selenio interviene in molti sistemi metabolici dell’organismo che espletano un’azione principalmente antiossidante. In particolare, questo oligoelemento entra nella composizione delglutatione perossidasi, enzima che interviene nel sistema di protezione contro i radicali liberi.
Il glutatione periossidasi riduce il radicale libero non appena questo viene intrappolato dalla vitamina E. Ecco perchè la vitamina E ed il selenio sono complementari.
Il selenio svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio delle difese immunitarie (proliferazione dei globuli bianchi, produzione degli anticorpi, sintesi degli interferoni e delle interleuchine, riduzione delle protaglandine immunosoppressive, protezione dai macrofagi)..
La forte carenza di selenio è poco frequente in Europa, mentre si osserva ancora in alcune zone del pianeta, in particolare nella Cina del nord.
I segni clinici di questa marcata carenza sono:
l’invecchiamento precoce,
le miopatie (malattie a carico del muscolo) e le cardiopatie,
i disturbi neurologici,
le anemie e il calo dell’immunità.
Le carenze leggere ma croniche possono causare gravi problemi al nostro organismo, sul piano sia immunitario che organico (cuore, cataratta, tumori).
La sua azione può quindi essere definita:
protezione delle difese immunitarie,
prevenzione dei tumori,
prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari,
blocco dei meccanismi di invecchiamento,
trattamento delle intossicazioni da metalli pesanti (ad esempio il piombo),
azione antinfiammatoria,
protezione dalle radiazioni.
La quantità di selenio presente nei cibi dipende dalla sua concentrazione nei terreni di coltivazione. Alcuni terreni sono per loro natura più ricchi di altri, ma sono soprattuTto i fertilizzanti chimici e la coltivazione industriale i principali responsabili dell’impoverimento di selenio (e questo vale anche per gli altri oligoelementi) dei terreni agricoli.
D’altro canto, le tecniche di raffinazione (perdite stimate al 70%) e la cottura dei cibi (15%, totale = 85% di perdita) non contribuiscono a risolvere il problema. Occorre quindi consigliare l’assunzione sistematica di integratori a base di selenio.
È presente nelle carni, nel pesce e nei cereali. Il selenio interviene in molti sistemi metabolici dell’organismo che espletano un’azione principalmente antiossidante. In particolare, questo oligoelemento entra nella composizione delglutatione perossidasi, enzima che interviene nel sistema di protezione contro i radicali liberi.
Il glutatione periossidasi riduce il radicale libero non appena questo viene intrappolato dalla vitamina E. Ecco perchè la vitamina E ed il selenio sono complementari.
Il selenio svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio delle difese immunitarie (proliferazione dei globuli bianchi, produzione degli anticorpi, sintesi degli interferoni e delle interleuchine, riduzione delle protaglandine immunosoppressive, protezione dai macrofagi)..
La forte carenza di selenio è poco frequente in Europa, mentre si osserva ancora in alcune zone del pianeta, in particolare nella Cina del nord.
I segni clinici di questa marcata carenza sono:
l’invecchiamento precoce,
le miopatie (malattie a carico del muscolo) e le cardiopatie,
i disturbi neurologici,
le anemie e il calo dell’immunità.
Le carenze leggere ma croniche possono causare gravi problemi al nostro organismo, sul piano sia immunitario che organico (cuore, cataratta, tumori).
La sua azione può quindi essere definita:
protezione delle difese immunitarie,
prevenzione dei tumori,
prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari,
blocco dei meccanismi di invecchiamento,
trattamento delle intossicazioni da metalli pesanti (ad esempio il piombo),
azione antinfiammatoria,
protezione dalle radiazioni.
La quantità di selenio presente nei cibi dipende dalla sua concentrazione nei terreni di coltivazione. Alcuni terreni sono per loro natura più ricchi di altri, ma sono soprattuTto i fertilizzanti chimici e la coltivazione industriale i principali responsabili dell’impoverimento di selenio (e questo vale anche per gli altri oligoelementi) dei terreni agricoli.
D’altro canto, le tecniche di raffinazione (perdite stimate al 70%) e la cottura dei cibi (15%, totale = 85% di perdita) non contribuiscono a risolvere il problema. Occorre quindi consigliare l’assunzione sistematica di integratori a base di selenio.
•CONSIGLI
PER L’USO
•Nella prevenzione: 100-150 microgrammi al
giorno.
Si sconsiglia l’abuso di selenio, e dosi giornaliere superiori a 300 microgrammi possono essere tossiche.
Si sconsiglia l’abuso di selenio, e dosi giornaliere superiori a 300 microgrammi possono essere tossiche.
L’acido folico è una vitamina presente nei cereali, nel lievito di birra, nel fegato, nelle foglie (da cui l'attributo "folico") ed in particolar
modo negli spinaci. Dopo essere stato assorbito a livello intestinale, l'acido folico
viene attivato dal fegato, che lo trasforma in acido folinico, lo
distribuisce ai vari tessuti o, eventualmente, lo deposita come riserva.
Più
che di acido folico sarebbe corretto parlare di folati, dal momento che esiste un'intera
famiglia di sostanze con struttura ed attività biologica analoga a quella della
classica vitamina B9. Durante l'assorbimento intestinale queste provitamine vengono ridotte nella loro forma più semplice, chiamata, appunto,
acido folico.
La
vitamina B9 è essenziale alla vita dell'uomo e di molti altri organismi, anche
particolarmente semplici come i batteri. Questa sostanza, intervenendo nella sintesi degli acidi
nucleici, è infatti molto importante per la
crescita e la riproduzione cellulare.
L’acido folico ed i suoi derivati partecipano alla sintesi di emoglobina e di alcuni amminoacidi, come la metionina e l'acido glutammico. Sono molto importanti per la crescita, per
la riproduzione e per il buon funzionamento del sistema nervoso.
Insieme
alla vitamina
B12, con la quale condivide numerose
funzioni, tra cui la più nota è quella antianemica, l'acido folico è una delle
due vitamine di più recente scoperta.
•Fabbisogno di Acido Folico e
Contenuto negli Alimenti
•Il fabbisogno
giornaliero di acido folico è stato
valutato, per uomini e donne adulte, in 200 mcg (µg). Tale quota è facilmente
raggiungibile con una dieta varia ed equilibrata, che includa alimenti
vegetali, preferibilmente freschi e consumati crudi (la cottura distrugge dal
50 al 95% dell'acido folico). Come accade per la vitamina C, anche l'esposizione alla luce
solare impoverisce gli alimenti del
loro prezioso carico di folati. Proprio per questo motivo chi mangia spesso in
mensa è predisposto ad una carenza
di acido folico e
di altre vitamine
termolabili.
•Il consiglio è quindi quello di non
conservare troppo a lungo le verdure, ma di consumarle velocemente, fresche o
dopo una rapida cottura.
•Carenza
di Acido Folico
•Nonostante il fabbisogno minimo
venga ampiamente coperto dalla semplice assunzione di 150 grammi di spinaci
o crescione, carenze
di acido folico sono
abbastanza comuni, specialmente nelle donne in gravidanza e negli anziani.
Colpa di un'alimentazione inadeguata (povera di verdure fresche), ma anche di
condizioni patologiche che possono ostacolare l'assimilazione della vitamina.
E' bene ricordare, per esempio, che l'alcol ed il morbo celiaco riducono l'assorbimento della
B12 e dei folati, aumentandone l'escrezione; anche
il fumo ha un effetto negativo.
I sintomi
da carenza sono
piuttosto vari e comprendono: apatia,
stanchezza, inappetenza, difficoltà psichiche e mnemoniche, turbe del sonno,
ulcerazioni della mucosa orale
e anemia macrocitica e
megaloblastica. Durante l'infanzia un deficit di folati
causa ritardi nella crescita, per questo l'acido folico è conosciuto anche come
"la vitamina amica dei bambini".
Alcuni batteri presenti nel tubo
digerente sono in grado di produrre acido folico, che, un po' come succede per
il nostro organismo, viene utilizzato per la sintesi di nucleotidi ed
amminoacidi. Dato che una certa parte dell'acido folico prodotto viene
riassorbita, l'alterazione della normale flora
batterica,
indotta per esempio dall'uso prolungato di antibiotici, può
scatenare carenze di folati. In queste ed altre condizioni,
come l'alcolismo,
la gravidanza e
l'allattamento, è
necessario incrementare l'assunzione di acido folico. Per le
gestanti i livelli raccomandati dagli esperti salgono
a 400 mcg,
mentre per le nutrici si
consiglia un apporto non inferiore ai 350 mcg/die.
Nelle puerpere la razione
alimentare viene spesso affiancata da integratori specifici a base di folati,
necessari per preservare la salute della madre (attività antianemica) e
del feto (previene
la formazione della spina
bifida, una
grave malformazione del tubo neurale). In caso di gravidanza programmata,
l'apporto di acido folico viene spesso integrato da supplementi dietetici, già
5 o 6 settimane prima del concepimento.
Il fabbisogno di folati è
superiore anche per gli sportivi, per le donne che assumono contraccettivi
orali a base di progesterone ed estrogeni (questi
ormoni interferiscono
con l'assorbimento dell'acido folico) e in ogni condizione che richieda un più
accentuato rinnovo dei tessuti.
In
questi ultimi anni l'acido folico è salito alla ribalta anche per la sua
capacità di contrastare gli effetti negativi dell'omocisteina,
un amminoacido che,
quando è presente in eccesso nel circolo sanguigno, causa danni simili, se non
addirittura superiori, a quelli dell'ipercolesterolemia
MANGANESE
•Anche il manganese è uno dei
componenti del superossido dismutasi (SOD) e può essere quindi considerato un
importante antiossidante. Inoltre, partecipa con altri enzimi al controllo
dello zucchero ed alla produzione di cellule del sangue. Favorisce l’utilizzo
di varie vitamine (C, B, E). Interviene nel metabolismo degli zuccheri, dei
grassi e delle proteine. È indispensabile per la produzione degli ormoni
sessuali, ed il buon funzionamento del sistema nervoso centrale e perifierico. Infine, favorisce il
funzionamento della ghiandola tiroide.
È contenuto nei cereali, nella frutta, nel pesce e nella verdura.
Una carenza di manganese può causare:
È contenuto nei cereali, nella frutta, nel pesce e nella verdura.
Una carenza di manganese può causare:
•stanchezza,
•allergie,
•ritardo nella crescita,
•intolleranza al glucosio,
•irregolarità della coordinazione muscolare.
•CONSIGLI
PER L’USO
•Nella prevenzione, 2,5 – 5 mg al giorno.
A
cosa serve la vitamina B12 e quali sono le possibili
conseguenze di una carenza di questa sostanza nell’organismo
La
B12 è conosciuta anche come Cobalamina dato
che nella sua composizione è presente al centro un atomo di cobalto e fa parte
delle vitamine idrosolubili,
che si disciolgono in acqua.
La
vitamina b12, a cosa serve
La
vitamina B12 è fondamentale per laformazione dei globuli rossi di
cui promuove la crescita. Lavora
in sinergia in particolare con l’acido
folico nella
sintesi di DNA e dell’RNA aiutando quindi anche nella formazione dei globuli
bianchi che difendono il nostro organismo dai microrganismi infettivi.
La
B12 contribuisce poi alla buona
salute del sistema nervoso intervenendo nella
creazione della guaina mielinica che avvolge i nervi. Essenziale per la salute
anche l’azione che ha sul metabolismo
dell’omocisteina
che contribuisce a tenere nei giusti livelli evitando che si depositi troppo
colesterolo nei vasi sanguigni.
Vitamina
b12 negli alimenti: dove si trova?
I
cibi in cui la vitamina B12 è presente
sono soprattutto carne, pesce, uova, latte e latticini anche
perché i mangimi con cui sono nutriti gli animali sono spesso addizionati con
questa sostanza. I vegetali potenzialmente conterrebbero B12, dato che questa
vitamina viene sintetizzata dai batteri presenti nella terra. Noi però siamo
soliti pulire bene frutta e verdura prima di mangiarla e quindi, anche se in
origine c'erano tracce di B12, con il lavaggio non possiamo più dirci sicuri
della sua presenza. Si tratta per questo dell'unico elemento che non è presente in
maniera affidabile in un'alimentazione completamente a base vegetale.
Non
è un caso quindi che, in particolare ai vegani, si consiglia di assumere
integratori di vitamina B12 o
quanto meno di servirsi quotidianamente di alimenti
fortificati per raggiungere il fabbisogno
giornaliero.
Gli alimenti fortificati, nei quali questa vitamina è stata addizionata appositamente, sono ad esempio alcuni cereali per la colazione o delle tipologie di latte vegetale.
Gli alimenti fortificati, nei quali questa vitamina è stata addizionata appositamente, sono ad esempio alcuni cereali per la colazione o delle tipologie di latte vegetale.
Cos'è il
Beta-Glucano?
Molto
sicuro e non tossico, il beta glucano è un polisaccaride (molecole di glucosio incatenate
tra di loro a guisa di una chioma d’albero), che si trova in alimenti
come avena, orzo, funghi e lieviti e, in misura minore, in segale e frumento. Per decenni gli scienziati
conoscono il beta glucano come un componente alimentare
abbondante negli alimenti ma estremamente difficile da estrarre e purificare
nella forma che più è utile per l’organismo umano, il 1,3-D-beta
glucano.
Quali sono i principali vantaggi di
prendere beta glucano?
Come
già accennato, si possono riassumere come segue, considerando che sono effetti
scientificamente provati:
riduzione del colesterolo
prevenzione del rischio di
insorgenza dei tumori
incremento delle difese immunitarie
aumento del tono e del trofismo
cutaneo
controllo della glicemia
•Come
funziona il betaglucano?
•Si può affermare senza ombra di
dubbio che esso è una sorta di attivatore cellulare: nello specifico il beta glucano
attiva i macrofagi ("grandi
mangiatori"), facenti parte del gruppo presente nel sangue delle cellule
bianche, quelle cioè deputate alla difesa del nostro organismo.I macrofagi divorano i batteri,
cellule estranee, le cellule morte o morenti, le cellule mutate, e altri
invasori nel nostro sangue.
•Sono dunque delle cellule
“spazzino” che vengono sollecitate nel loro operato proprio dal beta glucano, attraverso un sistema di
comunicazione di cui non si è ancora a conoscenza. Alla attivazione del sistema
immunitario sono riconducibili gran parte delle funzioni del beta glucano sul nostro organismo. A ciò si
aggiungano poi i benefici metabolici (il controllo del colesterolo e della glicemia)
l
Beta Glucano è un polisaccaride che fa scattare
un'azione di modulazione del sistema immunitario; incrementa i Linfociti T- i
Linfociti B- e l'attività dei Macrofagi, potenziando
le difese naturali contro
le infezioni da virus, batteri, funghi, parassiti e cellule neoplastiche.
•Farmaco
o Integratore?
•Ad oggi gli scienziati possono
affermare che funziona ma non si sa come funziona il
beta glucano nel
controllo della glicemia e del colesterolo,
ma appare evidente che funziona.
•Quali
sono i campi di applicazione del beta glucano?
•Ad oggi, non essendo un farmaco,
il beta glucano viene usato appunto come
integratore e diversi dietologici, specie
nei malati di diabete di tipo 2, tendono a prescriverlo come coadiuvante di
terapie farmacologiche a base di metformina (farmaco di elite
nel trattamento della malattia).Anche qui, le evidenze empiriche non sono
spiegate: il
beta glucano
sembra potenziare l’azione del farmaco,
Nel
campo della medicina estetica, il beta glucano è
addizionato ed emulsionato insieme ad altri prodotti per migliorare la resa
estetica cutanea, tuttavia gli studi scientifici più accreditati confermano che
il beta glucano
favorisce il ringiovanimento della cute se preso per bocca
•I betaglucani
•sono polimeri
formati da molecole di glucosio che appartengono ad una classe di polisaccaridi
indigeribili; sono considerati fibre vegetali solubili e sono presenti in alimenti
come la crusca, l’avena, i lieviti, i funghi e le alghe.
•Gli enzimi
intestinali, a differenza dei batteri della
flora intestinale, non riescono a scindere i legami molecolari e poiché i betaglucani
sono fibre è chiaro che possono ridurre
l’assorbimento del colesterolo; infatti, gli acidi a corta catena
che si formano dalla loro fermentazione possono inibire la sintesi epatica di
colesterolo.
•Sono localizzati primariamente
nella parete cellulare e le loro caratteristiche chimiche conferiscono loro una
certa flessibilità; influenzano
le funzioni metaboliche,
in particolare le attività ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti ed immunondulatorie.
•Quale
funzione hannoi betaglucani ?
•Oltre che raggiungere inalterati
l’ambiente intestinale ed esercitare un’azione chelante verso glucosio e colesterolo
dietetico, facilitano anche l’eliminazione
delle feci.
•La frazione di betaglucani digerita nel largo intestino, dà
origine a glicosidi e oligosaccaridi bioattivi, le cui proprietà biologiche non
sono ancora del tutto note, ma giustificano il ruolo immunomodulante di questi
nutrienti.
Infatti, una
volta introdotti tramite alimenti,
i betaglucani attivano
il sistema immunitario in
modo dolce ed equilibrato, stimolando l’attività dei fagociti, sottogruppo dei
globuli bianchi che ha la funzione di intrappolare e distruggere sostanze
estranee come virus, parassiti e batteri. E’ pertanto evitato anche il rischio
di indurre una risposta immunitaria esagerata, responsabile di fenomeni
allergici e malattie autoimmuni
•Benefici dei betaglucani:
orzo e avena
•L’orzo e
l’avena sono
cereali quasi dimenticati e rivalutati recentemente da ricerche scientifiche,
dato che sono una fonte importante di betaglucani,
fibra che aiuta a ridurre il colesterolo dannoso.
•Hanno effetti positivi anche
sulla risposta
glicemica,
sul senso
di sazietà e
hanno una spiccata attività prebiotica.
•Favoriscono la selezione e la crescita
nell’intestino di bifidobatteri
e lattobacilli, la cui fermentazione produce acidi
grassi a catena corta detti SCFA: migliorano il trofismo, la
contrattilità dell’enterocita e sembrano in grado di diminuire
l’incidenza di varie patologie al colon.
•Alcuni studi sui betaglucani
•Confrontando fra diete diverse che
includevano almeno 3 grammi di betaglucani al
giorno con diete povere degli stessi, i ricercatori hanno rilevato che le prime
comportavano una riduzione drastica di colesterolo“cattivo”
LDL, con effetti eclatanti soprattutto su persone con livelli di colesterolo
più elevato e nei diabetici. Infatti tali sostanze viscose riducono il livello
di LDL, oltre che avere altri effetti positivi sull’organismo.
•Altre proprietà
•Rallentano l’assorbimento
dei carboidrati, riducendo contemporaneamente la
variazione di glicemia e insulina, tipica del dopo pasto.
•Inoltre consumare
alimenti ricchi di betaglucani,
favorisce la capacità di ottimizzare il senso di sazietà dato
da un alimento. Tale senso di sazietà è determinato dalla capacità di
trattenere acqua ed abbassare la densità energetica del chimo, dal
miglioramento della risposta glicemica, dall’aumento del tempo di contatto tra
nutrienti e intestino dato dalla viscosità della fibra.
•I betaglucani modulano la secrezione post ingestiva di
peptidi gastrointestinali aumentando la secrezione di colecistochinina e
del peptide YY e diminuendo la concentrazione di grelina.
La grelina è
considerata l’ormone per eccellenza che stimola l’appetito! Di conseguenza si
verificano lo svuotamento gastrico,
l’abbassamento del picco glicemico e l’aumento del senso di sazietà.
•Effetti collaterali dei betaglucani
•L’uso di questi nutrienti è normalmente
sicuro e ben tollerato; tuttavia in alcuni soggetti predisposti, il loro
consumo potrebbe indurre spiacevoli manifestazioni intestinali, come meteorismo
e dolori crampiformi.
•I betaglucani non vanno consumati in
caso di ipersensibilità al principio attivo o alla fonte di estrazione. Non ci
sono interazioni con farmaci degne di considerazione, ma occorre ricordare che,
in uno specifico contesto, potrebbero ridurre l’assorbimento
intestinale e
quindi la biodisponibilità di principi attivi come minerali e vitamine.
•Inoltre, a pazienti che soffrono di irritazione
al colon o
di disturbi funzionali ed organici del tratto gastro-enterico si consiglia di
rivolgersi al medico prima di iniziare a prendere betaglucani.
•La lattoferrina è stata scoperta nel 1939
all’interno del latte vaccino. Si tratta di una glicoproteina che trasporta il
ferro e svolge allo stesso tempo anche un’azione antimicrobica.
Come si capisce già dal nome è presente nel latte, ma anche in alcune
secrezioni fisiche come la saliva e anche le lacrime. Le ricerche hanno
evidenziato che quantità abbondanti si trovano nel colostrouali sono le proprietà della lattoferrina
•Abbiamo
appena accennato che ci difende da funghi e batteri. Questo perché la lattoferrina riesce a legare con il ferro. Impedisce che tali specie
batteriche lo metabolizzino e va quindi a ridurre drasticamente la
moltiplicazione oltre che la loro adesione alla mucosa dell’intestino.
•La
sua azione antibatterica viene svolta anche per via diretta. Impedisce una
contaminazione batterica sulla superficie. Recentemente è stato scoperto che
ha proprietà
antiossidanti e
antinfettive. Alcuni studi di laboratorio portano a ritenere possibile un suo
ruolo anche nel combattere i tumori.
•Il
colostro in particolar modo è una fonte interessante di lattoferrina. Aiuta a sviluppare nell’intestino
i batteri benefici, in questo modo il neonato riesce a sconfiggere diversi
patogeni, i quali sono responsabili delle coliche del neonato. Più le difese immunitarie del
bambino si rafforzano, più si riduce la lattoferrina. La stessa identica cosa accade
alle mucche ed ecco perché alcune “mandate” di latte ne sono più ricche
rispetto alle altre. Inoltre il bambino piccolo assume una buona dose di ferro.•Nelle
feci viene cercata la lattoferrina perché aiuta ad individuare le
malattie infiammatorie intestinali di vario genere, come ad esempio la colite
ulcerosa , la colite spastica, o il morbo di Crohn,
il colon irritabile…
La sua presenza quindi, indica
alcune problematiche che è bene individuare subito così da evitare spiacevoli
complicazioni
•.
•Come
si assume lattoferrina?
•Il
bambino la prende dalla madre o dal latte sostitutivo. Noi adulti invece, dal latte
animale. Di conseguenza dal consumo ad esempio di formaggi freschi o
stagionati, dal latte, lo yogurt… Coloro che sono intolleranti o allergici al
lattosio trovano chiaramente difficile assumere la lattoferrina senza entrare in contatto con
l’allergene. Ecco che in questo caso sono perfetti gli integratori alimentari.
Integratori di lattoferrina
•In
commercio si trovano molti tipi di integratori di lattoferrina. Non sono state indicate per
adesso delle dosi standard, quindi è importante seguire le indicazioni
riportate sulle singole confezioni. Alcuni studi clinici hanno portato in
evidenzia che risultati soddisfacenti si notano già con un dosaggio di 40mg al giorno.
•Gli effetti
collaterali sono molto rari, di solito
viene tollerato bene purché siano seguite le giuste indicazioni. E’ chiaramente
sconsigliato l’uso di questo integratore alimentare in caso di ipersensibilità
al principio attivo.
•Non
provoca inoltre particolari interazioni con i farmaci o gli alimenti. L’unico
effetto degno di nota è quello in relazione ai farmaci
antimicotici.
In pratica ne potenzia gli effetti. Non va assunto invece durante la gravidanza
o l’allattamento.
•I
benefici dell’integratore di lattoferrina
•I
benefici sono gli stessi visti poco fa, tuttavia l’integratore offre una
quantità del principio attivo ben superiore a quella data dal consumo
dell’alimento stesso. Per riassumere quindi, la lattoferrina va integrata nel corpo perché:
•Svolge
un’importante azione
antibatterica. Difende
da alcuni patogeni quali ad esempio la candida albicans e lo staphylococcus aureus.
•E’
un antivirale, è molto efficace contro ad
esempio il virus dell’Herpes Simplex e dell’HIV. Inibisce infatti la fusione
tra cellula e virus.
•Sembra
promuovere la crescita e la differenziazione dei linfociti
T. Modula quindi le difese
immunitarie sia nei confronti delle malattie autoimmuni sia delle patologie
infettive.
•E’
un antiossidante, inibisce quindi l’ossidazione
cellulare e riduce la possibilità di comparsa di diverse malattie degenerative
•La lisina o L-lisina è un amminoacido essenziale
ovvero un aminoacido che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare e che
dobbiamo assumere con l’alimentazione. La lisina è un aminoacido molto
importante per il buon funzionamento del nostro organismo in quanto è uno degli
elementi indispensabili per la crescita e per la sintesi delle nostre strutture
cartilaginee intervenendo insieme alla vitamina C nella sua sintesi. Favorisce,
inoltre, la sintesi di anticorpi, enzimi ed ormoni come quello della crescita
ed è importante per consentire la corretta calcificazione delle
ossa.
Questo aminoacido è fondamentale anche perché è un precursore della vitamina B3 la cui carenza provoca la pellagra. Come si può facilmente intuire questo aminoacido è importantissimo per il nostro benessere ed è necessario assumerla nelle giuste quantità sia consumando alimenti che ne sono ricchi sia assumendo integratori alimentari specifici. Infatti, molto spesso questo aminoacido si trova negli integratori che servono a rinforzare i capelli evitandone la caduta. Ma i suoi benefici non finiscono qui, scopriamoli insieme.
Questo aminoacido è fondamentale anche perché è un precursore della vitamina B3 la cui carenza provoca la pellagra. Come si può facilmente intuire questo aminoacido è importantissimo per il nostro benessere ed è necessario assumerla nelle giuste quantità sia consumando alimenti che ne sono ricchi sia assumendo integratori alimentari specifici. Infatti, molto spesso questo aminoacido si trova negli integratori che servono a rinforzare i capelli evitandone la caduta. Ma i suoi benefici non finiscono qui, scopriamoli insieme.
•la lisina è un precursore della carnitina un dei più importanti
trasportatori di acidi grassi a lunga catena nella matrice mitocondriale dove
verranno convertiti in energia grazie al processo metabolico della
beta-ossidazione degli acidi grassi. L’utilizzo della lisina si è rivelato
utile anche per prevenire il “risveglio” dell’Herpes simplex responsabile dell’herpes
labiale che tende a riattivarsi più
volte durante l’anno. La lisina è anche un precursore della
cadaverina, una molecola che si forma in seguito alla trasformazione per
decarbossilazione dei batteri intestinali. Oltre a generarsi durante i fenomeni
putrefattivi di materiale organico, questa molecola viene prodotta anche dal
nostro intestino quando la flora batterica del colon si trova a dover smaltire
grosse quantità di proteine come accade quando si seguono diete iperproteiche
che ricordiamo non sono un vero e proprio toccasana per il nostro organismo
specie per gli organi deputati alla metabolizzazione proteica.
•Alimenti
ricchi di lisina
•La lisina è molto scarsa
nel cereali, infatti la carenza di lisina era molto frequente in
passato nelle popolazioni che si cibavano quasi esclusivamente di cereali come
mais, orzo, farro. Per
essere completo, un alimento proteico deve contenere tutti gli aminoacidi
necessario per una corretta sintesi proteica. In mancanza anche solo di un
aminoacido, la sintesi proteica si arresta e l’organismo umano sarà costretto a
trovare strade alternative per compensare quella mancanza. Se la composizione aminoacidica di un alimento si avvicina a
quella del pool aminoacidico di cui è costituito il corpo umano
si parla di proteine ad elevato valore biologico.
•Nel caso specifico dei cerali,
poiché la composizione aminoacidica dei cerali è carente in lisina si parla di aminoacido
limitante. Per questo motivo è impensabile basare la propria alimentazione
esclusivamente sull’uso di cereali ma è necessario sempre associare i cereali a
fonti aminoacidiche complete. L’associazione cereali e
legumi rappresenta un piatto completo di mutua integrazione alimentare perché
la mancanza di alcuni aminoacidi dei legumi viene compensata dalla presenza di
essi all’interno dei cereali e viceversa. Di questa importante associazione
dovrebbero tener conto coloro che seguono un regime alimentare vegano in cui vi
è l’esclusione di derivati animali ricchi di questo aminoacido. Qualora in
queste persone l’apporto di questo aminoacido risulti scarsa è necessaria una supplementazione con integratori
alimentari a base di lisina.
Ne sono ricchi anche i latticini quindi mozzarella e formaggi sia freschi che
stagionati.
•Tra i cereali hanno un ruolo molto
importante l’avena e l’amaranto che hanno un quantitativo maggiore di lisina.
Oggi, questi cereali stanno avendo una nuova vita essendo stati per anni
abbandonati a favore di un’alimentazione più “industriale” incentrata quasi
esclusivamente sull’utilizzo di pasta e riso.
La carenza di lisina può provocare alcune forme di anemia, occhi arrossati, disordini enzimatici, eccessiva perdita dei capelli, alopecia, spossatezza, inappetenza, irritabilità, alterazioni del ciclo mestruale e perdita di peso. Un sovradosaggio di questo aminoacido può provocare problemi gastrointestinali oltre che provocare squilibrio proteico e diabete.
La carenza di lisina può provocare alcune forme di anemia, occhi arrossati, disordini enzimatici, eccessiva perdita dei capelli, alopecia, spossatezza, inappetenza, irritabilità, alterazioni del ciclo mestruale e perdita di peso. Un sovradosaggio di questo aminoacido può provocare problemi gastrointestinali oltre che provocare squilibrio proteico e diabete.
CONSIGLI DI UTILIZZO
Dose consigliata: 1-2 capsule apribili al giorno.
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