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domenica 8 marzo 2020

BETA.IMMUN Integratore alimentare a base di Betaglucano, Lattoferrina, Zinco, Manganese Selenio e Lisina con acido folico e Vitamina B12

BETA.IMMUN Integratore alimentare a base di Betaglucano, Lattoferrina, Zinco, Manganese Selenio e Lisina con acido folico e Vitamina B12, utile nelle carenze di uno o più componenti presenti nell’integratore. Costituisce un aiuto per bambini e adulti nell’aumentare le difese immunitarie all’occorrenza. E’ un prodotto utile ed efficace in tutte le condizioni di riduzione delle difese immunitarie o per rinforzare le difese organiche.

Le condizioni descritte comportano spesso la comparsa di:
- Infezioni virali: influenza - herpes - verruche - malattie esantematiche...
- Infezioni batteriche: ascessi - catarro - foruncoli ...
- Infezioni fungine: candidosi (vaginali) - fungo di mare - onicomicosi...

                      

                              zinco 

 Lo zinco è un oligoelemento presente nelle carni, nel pesce, nei frutti di mare, nei cereali e nelle verdure, ma generalmente in piccole quantità.

È uno dei componenti di moltissimi enzimi, e per questo svolge un ruolo importante in numerosi meccanismi metabolici.
Interviene nella 
sintesi degli acidi nucleici, portatori dei fattori ereditari, nella sintesi delle proteine, nella trasmissione delle informazioni genetiche e nello sviluppo delle cellule.
È indispensabile al funzionamento del sistema immunitario, dell’apparato genitale e riproduttivo. È importante anche per mantenere una buona vista, per regolare l’insulina e per prevenire i tumori. Buoni risultati sono stati ottenuti nel morbo di Alzheimer.
È un antiossidante indiretto, in quanto è uno dei componenti del superossido dismutasi, l’enzima di cui abbiamo già parlato e che interviene nella difesa antiradicali dell’organismo, in particolare a livello delle membrane cellulari.
Le dosi molto basse che troviamo attualmente nei cibi, il consumo eccessivo di alcol e grassi, le affezioni epatiche e il diabete non fanno che favorire il deficit di questo oligoelemento.
Oggi è quindi obbligatorio aggiungere zinco alla nostra alimentazione quotidiana, altrimenti possono insorgere:
stanchezza,
fragilità dei capelli e delle unghie,
diminuzione delle facoltà mentali, dell’olfatto, del gusto e della vista,
inappetenza,
sensibilità alle 
infezioni,
sterilità.
I soggetti più colpiti sono gli anziani, le donne in gravidanza e in allattamento, le donne che assumono la pillola, i bambini e gli adolescenti.
Lo zinco riduce l’assimilazione del ferro, del rame e del calcio.
CONSIGLI PER L’USO
Nella prevenzione: 15 mg al giorno.
Nel 
trattamento: fino a 80 mg al giorno.
Attenzione: associare sempre rame, ferro e calcio.

                                                           
                   SELENIO

È presente nelle carni, nel pesce e nei cereali. Il selenio interviene in molti sistemi metabolici dell’organismo che espletano un’azione principalmente antiossidante. In particolare, questo oligoelemento entra nella composizione delglutatione perossidasi, enzima che interviene nel sistema di protezione contro i radicali liberi.
Il glutatione periossidasi riduce il radicale libero non appena questo viene intrappolato dalla vitamina E. Ecco perchè la vitamina E ed il selenio sono complementari.
Il selenio svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio delle difese immunitarie (proliferazione dei globuli bianchi, produzione degli anticorpi, sintesi degli interferoni e delle interleuchine, riduzione delle protaglandine immunosoppressive, protezione dai macrofagi)..
La forte carenza di selenio è poco frequente in Europa, mentre si osserva ancora in alcune zone del pianeta, in particolare nella Cina del nord.
I segni clinici di questa marcata carenza sono:
l’
invecchiamento precoce,
le 
miopatie (malattie a carico del muscolo) e le cardiopatie,
disturbi neurologici,
le 
anemie e il calo dell’immunità.
Le carenze leggere ma croniche possono causare gravi problemi al nostro organismo, sul piano sia immunitario che organico (cuore, cataratta, tumori).
La sua azione può quindi essere definita:
protezione delle difese immunitarie,
prevenzione dei tumori,
prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari,
blocco dei meccanismi di invecchiamento,
trattamento delle intossicazioni da metalli pesanti (ad esempio il piombo),
azione antinfiammatoria,
protezione dalle radiazioni.
La quantità di selenio presente nei cibi dipende dalla sua concentrazione nei terreni di coltivazione. Alcuni terreni sono per loro natura più ricchi di altri, ma sono soprattuTto fertilizzanti chimici e la coltivazione industriale i principali responsabili dell’impoverimento di selenio (e questo vale anche per gli altri oligoelementi) dei terreni agricoli.
D’altro canto, le 
tecniche di raffinazione (perdite stimate al 70%) e la cottura dei cibi (15%, totale = 85% di perdita) non contribuiscono a risolvere il problema. Occorre quindi consigliare l’assunzione sistematica di integratori a base di selenio.
CONSIGLI PER L’USO
Nella prevenzione: 100-150 microgrammi al giorno.
Si sconsiglia l’abuso di selenio, e dosi giornaliere superiori a 300 microgrammi possono essere tossiche.




L’acido folico è una vitamina presente nei cereali, nel lievito di birra, nel fegato, nelle foglie (da cui l'attributo "folico") ed in particolar modo negli spinaci. Dopo essere stato assorbito a livello intestinale, l'acido folico viene attivato dal fegato, che lo trasforma in acido folinico, lo distribuisce ai vari tessuti o, eventualmente, lo deposita come riserva.
Più che di acido folico sarebbe corretto parlare di folati, dal momento che esiste un'intera famiglia di sostanze con struttura ed attività biologica analoga a quella della classica vitamina B9. Durante l'assorbimento intestinale queste provitamine vengono ridotte nella loro forma più semplice, chiamata, appunto, acido folico.
La vitamina B9 è essenziale alla vita dell'uomo e di molti altri organismi, anche particolarmente semplici come i batteri. Questa sostanza, intervenendo nella sintesi degli acidi nucleici, è infatti molto importante per la crescita e la riproduzione cellulare.
L’acido folico ed i suoi derivati partecipano alla sintesi di emoglobina e di alcuni amminoacidi, come la metionina e l'acido glutammico. Sono molto importanti per la crescita, per la riproduzione e per il buon funzionamento del sistema nervoso.
Insieme alla vitamina B12, con la quale condivide numerose funzioni, tra cui la più nota è quella antianemica, l'acido folico è una delle due vitamine di più recente scoperta.



Fabbisogno di Acido Folico e Contenuto negli Alimenti
Il fabbisogno giornaliero di acido folico è stato valutato, per uomini e donne adulte, in 200 mcg (µg). Tale quota è facilmente raggiungibile con una dieta varia ed equilibrata, che includa alimenti vegetali, preferibilmente freschi e consumati crudi (la cottura distrugge dal 50 al 95% dell'acido folico). Come accade per la vitamina C, anche l'esposizione alla luce solare impoverisce gli alimenti del loro prezioso carico di folati. Proprio per questo motivo chi mangia spesso in mensa è predisposto ad una carenza di acido folico e di altre vitamine termolabili.
Il consiglio è quindi quello di non conservare troppo a lungo le verdure, ma di consumarle velocemente, fresche o dopo una rapida cottura.
Carenza di Acido Folico
Nonostante il fabbisogno minimo venga ampiamente coperto dalla semplice assunzione di 150 grammi di spinaci o crescionecarenze di acido folico sono abbastanza comuni, specialmente nelle donne in gravidanza e negli anziani. Colpa di un'alimentazione inadeguata (povera di verdure fresche), ma anche di condizioni patologiche che possono ostacolare l'assimilazione della vitamina. E' bene ricordare, per esempio, che l'alcol ed il morbo celiaco riducono l'assorbimento della B12 e dei folati, aumentandone l'escrezione; anche il fumo ha un effetto negativo.

sintomi da carenza sono piuttosto vari e comprendono: apatia, stanchezza, inappetenza, difficoltà psichiche e mnemoniche, turbe del sonno, ulcerazioni della mucosa orale e anemia macrocitica e megaloblastica. Durante l'infanzia un deficit di folati causa ritardi nella crescita, per questo l'acido folico è conosciuto anche come "la vitamina amica dei bambini".
Alcuni batteri presenti nel tubo digerente sono in grado di produrre acido folico, che, un po' come succede per il nostro organismo, viene utilizzato per la sintesi di nucleotidi ed amminoacidi. Dato che una certa parte dell'acido folico prodotto viene riassorbita, l'alterazione della normale flora batterica, indotta per esempio dall'uso prolungato di antibiotici, può scatenare carenze di folati. In queste ed altre condizioni, come l'alcolismo, la gravidanza e l'allattamento, è necessario incrementare l'assunzione di acido folico. Per le gestanti i livelli raccomandati dagli esperti salgono a 400 mcg, mentre per le nutrici si consiglia un apporto non inferiore ai 350 mcg/die.
Nelle puerpere la razione alimentare viene spesso affiancata da integratori specifici a base di folati, necessari per preservare la salute della madre (attività antianemica) e del feto (previene la formazione della spina bifida, una grave malformazione del tubo neurale). In caso di gravidanza programmata, l'apporto di acido folico viene spesso integrato da supplementi dietetici, già 5 o 6 settimane prima del concepimento.


Il fabbisogno di folati è superiore anche per gli sportivi, per le donne che assumono contraccettivi orali a base di progesterone ed estrogeni (questi ormoni interferiscono con l'assorbimento dell'acido folico) e in ogni condizione che richieda un più accentuato rinnovo dei tessuti.
In questi ultimi anni l'acido folico è salito alla ribalta anche per la sua capacità di contrastare gli effetti negativi dell'omocisteina, un amminoacido che, quando è presente in eccesso nel circolo sanguigno, causa danni simili, se non addirittura superiori, a quelli dell'ipercolesterolemia


                    MANGANESE 
Anche il manganese è uno dei componenti del superossido dismutasi (SOD) e può essere quindi considerato un importante antiossidante. Inoltre, partecipa con altri enzimi al controllo dello zucchero ed alla produzione di cellule del sangue. Favorisce l’utilizzo di varie vitamine (C, B, E). Interviene nel metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine. È indispensabile per la produzione degli ormoni sessuali, ed il buon funzionamento del sistema nervoso centrale e perifierico. Infine, favorisce il funzionamento della ghiandola tiroide.
È contenuto nei cereali, nella frutta, nel pesce e nella verdura.
Una carenza di manganese può causare:
stanchezza,
allergie,
ritardo nella crescita,
intolleranza al glucosio,
irregolarità della coordinazione muscolare.
CONSIGLI PER L’USO
Nella prevenzione, 2,5 – 5 mg al giorno.




A cosa serve la vitamina B12 e quali sono le possibili conseguenze di una carenza di questa sostanza nell’organismo
La B12 è conosciuta anche come Cobalamina dato che nella sua composizione è presente al centro un atomo di cobalto e fa parte delle vitamine idrosolubili, che si disciolgono in acqua.
La vitamina b12, a cosa serve
La vitamina B12 è fondamentale per laformazione dei globuli rossi di cui promuove la crescita. Lavora in sinergia in particolare con l’acido folico  nella sintesi di DNA e dell’RNA aiutando quindi anche nella formazione dei globuli bianchi che difendono il nostro organismo dai microrganismi infettivi.
La B12 contribuisce poi alla buona salute del sistema nervoso intervenendo nella creazione della guaina mielinica che avvolge i nervi. Essenziale per la salute anche l’azione che ha sul metabolismo dell’omocisteina  che contribuisce a tenere nei giusti livelli evitando che si depositi troppo colesterolo nei vasi sanguigni.
Vitamina b12 negli alimenti: dove si trova?
I cibi in cui la vitamina B12 è presente sono soprattutto carne, pesce, uova, latte e latticini anche perché i mangimi con cui sono nutriti gli animali sono spesso addizionati con questa sostanza. I vegetali potenzialmente conterrebbero B12, dato che questa vitamina viene sintetizzata dai batteri presenti nella terra. Noi però siamo soliti pulire bene frutta e verdura prima di mangiarla e quindi, anche se in origine c'erano tracce di B12, con il lavaggio non possiamo più dirci sicuri della sua presenza. Si tratta per questo dell'unico elemento che non è presente in maniera affidabile in un'alimentazione completamente a base vegetale.
Non è un caso quindi che, in particolare ai vegani, si consiglia di assumere integratori di vitamina B12 o quanto meno di servirsi quotidianamente di alimenti fortificati per raggiungere il fabbisogno giornaliero.
Gli 
alimenti fortificati, nei quali questa vitamina è stata addizionata appositamente, sono ad esempio alcuni cereali per la colazione o delle tipologie di latte vegetale.
Cos'è il Beta-Glucano?


Molto sicuro e non tossico, il beta glucano è un polisaccaride (molecole di glucosio incatenate tra di loro a guisa di una chioma d’albero), che si trova in alimenti come avenaorzofunghi e lieviti e, in misura minore, in segale e frumento. Per decenni gli scienziati conoscono il beta glucano come un componente alimentare abbondante negli alimenti ma estremamente difficile da estrarre e purificare nella forma che più è utile per l’organismo umano,  il 1,3-D-beta glucano.
Quali sono i principali vantaggi di prendere beta glucano?
Come già accennato, si possono riassumere come segue, considerando che sono effetti scientificamente provati:
riduzione del colesterolo
prevenzione del rischio di insorgenza dei tumori
incremento delle difese immunitarie
aumento del tono e del trofismo cutaneo
controllo della glicemia




Come funziona il betaglucano?
Si può affermare senza ombra di dubbio che esso è una sorta di attivatore cellulare: nello specifico il beta glucano attiva i macrofagi ("grandi mangiatori"), facenti parte del gruppo presente nel sangue delle cellule bianche, quelle cioè deputate alla difesa del nostro organismo.I macrofagi divorano i batteri, cellule estranee, le cellule morte o morenti, le cellule mutate, e altri invasori nel nostro sangue.
Sono dunque delle cellule “spazzino” che vengono sollecitate nel loro operato proprio dal beta glucano, attraverso un sistema di comunicazione di cui non si è ancora a conoscenza. Alla attivazione del sistema immunitario sono riconducibili gran parte delle funzioni del beta glucano sul nostro organismo. A ciò si aggiungano poi i benefici metabolici (il controllo del colesterolo e della glicemia)
l Beta Glucano è un polisaccaride che fa scattare un'azione di modulazione del sistema immunitario; incrementa i Linfociti T- i Linfociti B- e l'attività dei Macrofagi, potenziando le difese naturali contro le infezioni da virus, batteri, funghi, parassiti e cellule neoplastiche.

Farmaco o Integratore?
Ad oggi gli scienziati possono affermare che funziona ma non si sa come funziona il beta glucano nel controllo della glicemia e del colesterolo, ma appare evidente che funziona.
Quali sono i  campi di applicazione del beta glucano?
Ad oggi, non essendo un farmaco, il beta glucano viene usato appunto come integratore e diversi dietologici, specie nei malati di diabete di tipo 2, tendono a prescriverlo come coadiuvante di terapie farmacologiche a base di metformina (farmaco di elite nel trattamento della malattia).Anche qui, le evidenze empiriche non sono spiegate: il beta glucano sembra potenziare l’azione del farmaco,
Nel campo della medicina estetica, il beta glucano è addizionato ed emulsionato insieme ad altri prodotti per migliorare la resa estetica cutanea, tuttavia gli studi scientifici più accreditati confermano che il beta glucano favorisce il ringiovanimento della cute se preso per bocca

I betaglucani
sono polimeri formati da molecole di glucosio che appartengono ad una classe di polisaccaridi indigeribili; sono considerati fibre vegetali solubili e sono presenti in alimenti come la crusca, l’avena, i lieviti, i funghi e le alghe.
Gli enzimi intestinali, a differenza dei batteri della flora intestinale, non riescono a scindere i legami molecolari e poiché i betaglucani sono fibre è chiaro che possono ridurre l’assorbimento del colesterolo; infatti, gli acidi a corta catena che si formano dalla loro fermentazione possono inibire la sintesi epatica di colesterolo.
Sono localizzati primariamente nella parete cellulare e le loro caratteristiche chimiche conferiscono loro una certa flessibilità; influenzano le funzioni metaboliche, in particolare le attività ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti ed immunondulatorie.
Quale funzione hannoi betaglucani ?
Oltre che raggiungere inalterati l’ambiente intestinale ed esercitare un’azione chelante verso glucosio e colesterolo dietetico, facilitano anche l’eliminazione delle feci.
La frazione di betaglucani digerita nel largo intestino, dà origine a glicosidi e oligosaccaridi bioattivi, le cui proprietà biologiche non sono ancora del tutto note, ma giustificano il ruolo immunomodulante di questi nutrienti.
Infatti, una volta introdotti tramite alimenti, i betaglucani attivano il sistema immunitario in modo dolce ed equilibrato, stimolando l’attività dei fagociti, sottogruppo dei globuli bianchi che ha la funzione di intrappolare e distruggere sostanze estranee come virus, parassiti e batteri. E’ pertanto evitato anche il rischio di indurre una risposta immunitaria esagerata, responsabile di fenomeni allergici e malattie autoimmuni



Benefici dei betaglucani: orzo e avena
L’orzo e l’avena sono cereali quasi dimenticati e rivalutati recentemente da ricerche scientifiche, dato che sono una fonte importante di betaglucani, fibra che aiuta a ridurre il colesterolo dannoso.
Hanno effetti positivi anche sulla risposta glicemica, sul senso di sazietà e hanno una spiccata attività prebiotica.
Favoriscono la selezione e la crescita nell’intestino di bifidobatteri e lattobacilli, la cui fermentazione produce acidi grassi a catena corta detti SCFA: migliorano il trofismo, la contrattilità dell’enterocita e sembrano in grado di diminuire l’incidenza di varie patologie al colon.
Alcuni studi sui betaglucani
Confrontando fra diete diverse che includevano almeno 3 grammi di betaglucani al giorno con diete povere degli stessi, i ricercatori hanno rilevato che le prime comportavano una riduzione drastica di colesterolo“cattivo” LDL, con effetti eclatanti soprattutto su persone con livelli di colesterolo più elevato e nei diabetici. Infatti tali sostanze viscose riducono il livello di LDL, oltre che avere altri effetti positivi sull’organismo.

Altre proprietà
Rallentano l’assorbimento dei carboidrati, riducendo contemporaneamente la variazione di glicemia e insulina, tipica del dopo pasto.
Inoltre consumare alimenti ricchi di betaglucani, favorisce la capacità di ottimizzare il senso di sazietà dato da un alimento. Tale senso di sazietà è determinato dalla capacità di trattenere acqua ed abbassare la densità energetica del chimo, dal miglioramento della risposta glicemica, dall’aumento del tempo di contatto tra nutrienti e intestino dato dalla viscosità della fibra.


I betaglucani modulano la secrezione post ingestiva di peptidi gastrointestinali aumentando la secrezione di colecistochinina e del peptide YY e diminuendo la concentrazione di grelina. La grelina è considerata l’ormone per eccellenza che stimola l’appetito! Di conseguenza si verificano lo svuotamento gastrico, l’abbassamento del picco glicemico e l’aumento del senso di sazietà.
Effetti collaterali dei betaglucani
L’uso di questi nutrienti è normalmente sicuro e ben tollerato; tuttavia in alcuni soggetti predisposti, il loro consumo potrebbe indurre spiacevoli manifestazioni intestinali, come meteorismo e dolori crampiformi.
I betaglucani non vanno consumati in caso di ipersensibilità al principio attivo o alla fonte di estrazione. Non ci sono interazioni con farmaci degne di considerazione, ma occorre ricordare che, in uno specifico contesto, potrebbero ridurre l’assorbimento intestinale e quindi la biodisponibilità di principi attivi come minerali e vitamine.
Inoltre, a pazienti che soffrono di irritazione al colon o di disturbi funzionali ed organici del tratto gastro-enterico si consiglia di rivolgersi al medico prima di iniziare a prendere betaglucani.
La lattoferrina è stata scoperta nel 1939 all’interno del latte vaccino. Si tratta di una glicoproteina che trasporta il ferro e svolge allo stesso tempo anche un’azione antimicrobica. Come si capisce già dal nome è presente nel latte, ma anche in alcune secrezioni fisiche come la saliva e anche le lacrime. Le ricerche hanno evidenziato che quantità abbondanti si trovano nel colostrouali sono le proprietà della lattoferrina
Abbiamo appena accennato che ci difende da funghi e batteri. Questo perché la lattoferrina riesce a legare con il ferro. Impedisce che tali specie batteriche lo metabolizzino e va quindi a ridurre drasticamente la moltiplicazione oltre che la loro adesione alla mucosa dell’intestino.
La sua azione antibatterica viene svolta anche per via diretta. Impedisce una contaminazione batterica sulla superficie. Recentemente è stato scoperto che ha proprietà antiossidanti e antinfettive. Alcuni studi di laboratorio portano a ritenere possibile un suo ruolo anche nel combattere i tumori.
Il colostro in particolar modo è una fonte interessante di lattoferrina. Aiuta a sviluppare nell’intestino i batteri benefici, in questo modo il neonato riesce a sconfiggere diversi patogeni, i quali sono responsabili delle coliche del neonato. Più le difese immunitarie del bambino si rafforzano, più si riduce la lattoferrina. La stessa identica cosa accade alle mucche ed ecco perché alcune “mandate” di latte ne sono più ricche rispetto alle altre. Inoltre il bambino piccolo assume una buona dose di ferro.Nelle feci viene cercata la lattoferrina perché aiuta ad individuare le malattie infiammatorie intestinali di vario genere, come ad esempio la colite ulcerosa , la colite spastica, o il morbo di Crohn, il colon irritabile
La sua presenza quindi, indica alcune problematiche che è bene individuare subito così da evitare spiacevoli complicazioni
.

Come si assume lattoferrina?
Il bambino la prende dalla madre o dal latte sostitutivo. Noi adulti invece, dal latte animale. Di conseguenza dal consumo ad esempio di formaggi freschi o stagionati, dal latte, lo yogurt… Coloro che sono intolleranti o allergici al lattosio trovano chiaramente difficile assumere la lattoferrina senza entrare in contatto con l’allergene. Ecco che in questo caso sono perfetti gli integratori alimentari. Integratori di lattoferrina
In commercio si trovano molti tipi di integratori di lattoferrina. Non sono state indicate per adesso delle dosi standard, quindi è importante seguire le indicazioni riportate sulle singole confezioni. Alcuni studi clinici hanno portato in evidenzia che risultati soddisfacenti si notano già con un dosaggio di 40mg al giorno.
Gli effetti collaterali sono molto rari, di solito viene tollerato bene purché siano seguite le giuste indicazioni. E’ chiaramente sconsigliato l’uso di questo integratore alimentare in caso di ipersensibilità al principio attivo.
Non provoca inoltre particolari interazioni con i farmaci o gli alimenti. L’unico effetto degno di nota è quello in relazione ai farmaci antimicotici. In pratica ne potenzia gli effetti. Non va assunto invece durante la gravidanza o l’allattamento.
I benefici dell’integratore di lattoferrina
I benefici sono gli stessi visti poco fa, tuttavia l’integratore offre una quantità del principio attivo ben superiore a quella data dal consumo dell’alimento stesso. Per riassumere quindi, la lattoferrina va integrata nel corpo perché:
Svolge un’importante azione antibatterica. Difende da alcuni patogeni quali ad esempio la candida albicans e lo staphylococcus aureus.
E’ un antivirale, è molto efficace contro ad esempio il virus dell’Herpes Simplex e dell’HIV. Inibisce infatti la fusione tra cellula e virus.
Sembra promuovere la crescita e la differenziazione dei linfociti T. Modula quindi le difese immunitarie sia nei confronti delle malattie autoimmuni sia delle patologie infettive.
E’ un antiossidante, inibisce quindi l’ossidazione cellulare e riduce la possibilità di comparsa di diverse malattie degenerative







La lisina L-lisina è un amminoacido essenziale ovvero un aminoacido che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare e che dobbiamo assumere con l’alimentazione. La lisina è un aminoacido molto importante per il buon funzionamento del nostro organismo in quanto è uno degli elementi indispensabili per la crescita e per la sintesi delle nostre strutture cartilaginee intervenendo insieme alla vitamina C nella sua sintesi. Favorisce, inoltre, la sintesi di anticorpi, enzimi ed ormoni come quello della crescita ed è importante per consentire la corretta calcificazione delle ossa.
Questo aminoacido è fondamentale anche perché è un precursore della vitamina B3 la cui carenza provoca la pellagra. Come si può facilmente intuire questo aminoacido è importantissimo per il nostro benessere ed è necessario assumerla nelle giuste quantità sia consumando alimenti che ne sono ricchi sia assumendo integratori alimentari specifici. Infatti, molto spesso questo aminoacido si trova negli integratori che servono a rinforzare i capelli evitandone la caduta. Ma i suoi benefici non finiscono qui, scopriamoli insieme.
la lisina è un precursore della carnitina un dei più importanti trasportatori di acidi grassi a lunga catena nella matrice mitocondriale dove verranno convertiti in energia grazie al processo metabolico della beta-ossidazione degli acidi grassi. L’utilizzo della lisina si è rivelato utile anche per prevenire il “risveglio” dell’Herpes simplex responsabile dell’herpes labiale che tende a riattivarsi più volte durante l’anno. La lisina è anche un precursore della cadaverina, una molecola che si forma in seguito alla trasformazione per decarbossilazione dei batteri intestinali. Oltre a generarsi durante i fenomeni putrefattivi di materiale organico, questa molecola viene prodotta anche dal nostro intestino quando la flora batterica del colon si trova a dover smaltire grosse quantità di proteine come accade quando si seguono diete iperproteiche che ricordiamo non sono un vero e proprio toccasana per il nostro organismo specie per gli organi deputati alla metabolizzazione proteica. 
Alimenti ricchi di lisina
La lisina è molto scarsa nel cereali, infatti la carenza di lisina era molto frequente in passato nelle popolazioni che si cibavano quasi esclusivamente di cereali come mais, orzo, farro. Per essere completo, un alimento proteico deve contenere tutti gli aminoacidi necessario per una corretta sintesi proteica. In mancanza anche solo di un aminoacido, la sintesi proteica si arresta e l’organismo umano sarà costretto a trovare strade alternative per compensare quella mancanza. Se la composizione aminoacidica di un alimento si avvicina a quella del pool aminoacidico di cui è costituito il corpo umano si parla di proteine ad elevato valore biologico.
Nel caso specifico dei cerali, poiché la composizione aminoacidica dei cerali è carente in lisina si parla di aminoacido limitante. Per questo motivo è impensabile basare la propria alimentazione esclusivamente sull’uso di cereali ma è necessario sempre associare i cereali a fonti aminoacidiche complete. L’associazione cereali e legumi rappresenta un piatto completo di mutua integrazione alimentare perché la mancanza di alcuni aminoacidi dei legumi viene compensata dalla presenza di essi all’interno dei cereali e viceversa. Di questa importante associazione dovrebbero tener conto coloro che seguono un regime alimentare vegano in cui vi è l’esclusione di derivati animali ricchi di questo aminoacido. Qualora in queste persone l’apporto di questo aminoacido risulti scarsa è necessaria una supplementazione con integratori alimentari a base di lisina. Ne sono ricchi anche i latticini quindi mozzarella e formaggi sia freschi che stagionati.
Tra i cereali hanno un ruolo molto importante l’avena e l’amaranto che hanno un quantitativo maggiore di lisina. Oggi, questi cereali stanno avendo una nuova vita essendo stati per anni abbandonati a favore di un’alimentazione più “industriale” incentrata quasi esclusivamente sull’utilizzo di pasta e riso.
La carenza di lisina può provocare alcune forme di anemiaocchi arrossati, disordini enzimatici, eccessiva perdita dei capelli, alopecia, spossatezza, inappetenza, irritabilità, alterazioni del ciclo mestruale e perdita di peso. Un sovradosaggio di questo aminoacido può provocare problemi gastrointestinali oltre che provocare squilibrio proteico e diabete.





CONSIGLI DI UTILIZZO


Dose consigliata: 1-2 capsule apribili al giorno.

Aprire una capsula e versare il contenuto in un liquido (Acqua, Camomilla, succhi di frutta ecc...) o in Yogurt, Crema, Cioccolato o altro. Mescolare e ingerire il preparato. Le capsule possono essere anche deglutite normalmente.

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