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lunedì 22 ottobre 2018

Luce blu: come influisce sull’invecchiamento della pelle e come difendersi


L’INNOVAZIONE HA BUSSATO ALLA PORTA STAR DUST ….   “Blue Wave” nuovo gel anti-age fotoprotettore ad azione scavenger


Siamo continuamente esposti a device tecnologici, smartphone, pc e apparecchi a Led, siamo bombardati da quella che viene definita “luce blu”, che recenti studi indicano come causa importante di danneggiamento cutaneo superiore addirittura ai raggi UV. Come difendersi? Ma soprattutto, perché temerla?

 

Da oggi, ogni volta che consultate il vostro smartphone, che aprite un pc o che guardate un televisore o uno schermo a led dovete applicare sulla pelle una crema protettiva. La crema solare, infatti, non è più sufficiente perché un nuovo nemico cutaneo è in agguato: HEV, acronimo di High Energy Visible, detta anche “luce blu”. Emessa dal sole, ma soprattutto dai dispositivi digitali, sta diventando uno degli argomenti più dibattuti in ambito skin care perché numerosi e recenti studi dimostrano la sua pericolosità per la pelle, causa di precoce invecchiamento cutaneo e di maculopatie oculari, poiché penetra in profondità nel derma causando un grande sviluppo di radicali liberi.

LUCE BLU: DI CHE SI TRATTA?
La luce blu è una componente naturale della radiazione solare, fa parte della luce visibile ed è caratterizzata da una lunghezza d'onda più lunga rispetto agli UV tanto che arriva fino a noi con intensità costante e relativamente debole. La parte dannosa, invece, è quella artificiale emanata dagli apparecchi tecnologici, dai LED e dagli schermi digitali e che genera intensità di luce fino a 1000 volte più elevata rispetto alla soglia di comfort visivo. È meno pericolosa rispetto agli UV ma più subdola perché ne siamo esposti in maniera costante e non procura segni di danneggiamento visibili. È chiamata anche il “male del 21esimo secolo”: basti pensare, infatti, che ciascuno di noi possiede circa quattro device e che mediamente trascorriamo sei ore al giorno davanti a schermi con luci Led, per un tempo complessivo calcolato in tre mesi consecutivi all’anno. Inoltre, secondo alcune ricerche, i più giovani controllano i loro telefoni per una media di 150 volte al giorno. Tutto questo significa che "trascorrere quattro giorni lavorativi di otto ore davanti a un computer ti espone alla stessa quantità di energia di 20 minuti al sole di mezzogiorno. E sette minuti di esposizione al sole alle ore 13 sono sufficienti per indurre una rapida abbronzatura della pelle”, spiega il dermatologo . Con questo nuovo stile di vita “iper-connesso” nascono anche nuove problematiche e nuove preoccupazioni, senza contare che è previsto un aumento del 53 per cento di utenti smartphone per il 2020 e che in Cina, i consumatori sono preoccupati per il cosiddetto “3C Ageing” causato da Città (inquinamento atmosferico), Computer (luce blu) e Comunicazioni (radiazioni wireless).

INQUINAMENTO DIGITALE E “RUGHE DA SMARTPHONE”
Questa sovraesposizione alla luce blu, specialmente quando è altamente concentrata, non è senza rischi. Per quanto riguarda la pelle, studi recenti hanno certificato che esiste una connessione tra la luce blu e la comparsa di rughe e macchie scure. Tale esposizione, infatti, causa stress ossidativo alle strutture cellulari, come evidenziato da una maggiore prevalenza di radicali liberi e può danneggiare le funzioni protettive della pelle”, fanno sapere gli esperti di alcuni  brand , che hanno messo a punto una linea skin care specifica di prevenzione, Age Protect. La luce blu, infatti, può penetrare fino al nostro derma e colpire collagene ed elastina, con relativi danni come rughe, cedimenti cutanei e iperpigmentazione.  Ma perché se ne parla solo adesso? Abbiamo rivolto la domanda alla, specialista in dermatologia, la quale ha spiegato che se ne parla adesso perché negli ultimi anni è aumentata notevolmente l’esposizione a questo tipo di radiazioni: “Ogni persona ha almeno 4 device che utilizza per molte ore al giorno. E il problema diventa la frequenza, perché siamo bombardati – dice il dermatologo -. Una volta al pc si sedevano poche persone mentre oggi quasi tutti, senza contare gli smartphone. Il problema è emerso adesso per la diffusione di queste tecnologie e infatti nei paesi dove lavorano più coi led e li producono, soprattutto in Corea del Sud, la paura della luce blu è emersa prima soprattutto in relazione alla degenerazione della macula oculare”.

COME DIFENDERSI DALLA LUCE BLU

È possibile rimediare o siamo tutti condannati a subire gli effetti della luce blu? Proprio come per l’esposizione solare, è necessario imparare a “convivere” con la luce blu e, soprattutto, a proteggersi da essa attraverso l’introduzione di trattamenti mirati per la pelle nella routine di bellezza quotidiana. In assenza di una protezione adeguata ed efficace, i segni d’invecchiamento cutaneo potrebbero non solo intensificarsi ma presentarsi anche in modo prematuro. “Occorre proteggersi – dicono i dermatologi , perché si è capito che la luce blu oltre che agli occhi crea danni anche a livello cutaneo, penetrando in profondità nel derma, ancora più dei raggi UVA, quindi è più dannosa del sole. Per questo sono stati creati dei prodotti con filtri specifici per proteggere la pelle”.
Ma il danno già arrecato, è possibile “ripararlo”?

“Possiamo iniziare a proteggerci ma il danno già fatto lo possiamo "riparare" aumentando la quantità di antiossidanti introdotti, con la dieta e con gli integratori perché il nostro corpo è capacissimo di difendersi e auto-ripararsi. Non è che una volta esposti alla radiazione abbiamo un danno irreversibile, perché il corpo è in grado, coi sistemi antiossidanti endogeni, di riparare il danno. Ma dal momento in cui superiamo le capacità di questo sistema antiossidante, iniziano i problemi che dobbiamo aggiustare, ad esempio assumendo frutta e verdura e integratori a base di vitamine, D ed E innanzitutto”. C'è un limite ottimale riguardo al tempo di esposizione ai device, da non oltrepassare?“ Il problema è la dose cumulativa, perché anche ponendo un limite di tempo, se l’esposizione è continua il danno viene comunque provocato. Paradossalmente, una dose bassa cumulativa può essere più dannosa di una dose alta ma una tantum. Dunque, è difficile stabilire un tempo massimo di esposizione, perché ciascuno di noi ha caratteristiche fisiche diverse e poi perché ci sono una serie di co-fattori di rischio: se una persona limita il tempo di esposizione ai device ma poi lavora in un ambiente bombardato da luci led, come può essere ad esempio un supermercato, non si riesce a standardizzare un tempo limite. Inoltre, è talmente da poco tempo che ci si dedica a questi studi, che è ancora troppo presto per definire un tempo. L'importante è sapere che non si sfugge alla luce blu e che l'unico modo per ripararsi è proteggere occhi e pelle”.
Per una sana routine giornaliera posso indossare la crema per radiazione luce blu ma devo anche mettere una crema per filtri solari?
“Molte persone confondono i nuovi prodotti schermanti da luce blu con i solari, ma così non è.  e allora non è sufficiente utilizzare un solo prodotto, che comunque rientra nella categoria anti-age. Altrimenti sì, occorre mettere creme specifiche per ogni protezione”.  
Ci sono pelli più predisposte alle aggressioni, funziona come per la luce solare?
“È molto difficile dirlo perché non si hanno segni visibili dei danni prodotti dalla luce blu, a differenza della luce solare. Pelle chiara e scura di fronte alla luce blu non hanno reazioni immediate, nemmeno diventano rosse, quindi si tratta di un danno subdolo”.
Ritiene che questi filtri verranno inseriti in altre categorie di prodotto?
“Sì, è solo questione di tempo perché qualcuno lo sta già facendo, in ambito make up ma anche capelli. Ad esempio, Samsung ha una serie di prodotti, così come Lg Med. Le aziende si stanno attivando. Inoltre, i primi pc emanavano una grande quantità di filtri e poi le aziende produttrici hanno iniziato a produrre schermi con filtri. Nessuno può farne a meno e l'unica cosa da fare è inventarne di nuovi”.
A tal proposito, esistono già delle soluzioni per proteggere gli occhi dalla degenerazione maculare dovuta alla luce blu, come occhiali con filtri anti luce blu. Così come esistono alcuni smartphone e pc dotati di impostazioni che disabilitano la luce blu a favore della luce gialla (“modalità notte” o “notturna”).

LUCE BLU E CICLO CIRCADIANO

Recenti ricerche hanno inoltre dimostrato che l’uso eccessivo di questi dispositivi altera il ciclo circadiano, causando stanchezza, perché la luce blu "influenza il livello della melatonina, il nostro ormone del sonno e persino problemi alla vista, con affaticamento. La Ricerca , infatti, dimostra per la prima volta che l’esposizione notturna alla luce blu interferisce negativamente sulla sincronizzazione del ritmo circadiano naturale delle cellule cutanee sino ad accelerare la comparsa dei segni d’invecchiamento, poiché l’esposizione alla luce blu durante la notte può far percepire all’organismo che sia ancora giorno forzando il prolungamento del tempo di veglia e il lavoro svolto dalla pelle di giorno, influenzando il naturale processo di riparazione notturno. fonte :https://d.repubblica.it/beauty/2018/09/12/news/luce_blu_da_smartphone_pc_tablet_dannosa_per_la_pelle_trattamenti_e_creme-4105504/




 


 





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